LA VIA FRANCIGENA

Oggi

Con l’inserimento sul sito ufficiale della Via Francigena della Variante per Issogne, nel 2022 il comune della Bassa Valle è ritornato protagonista sull’antica strada dei pellegrini. L’iter si è concluso ufficialmente a Canterbury, il 27 aprile 2022, con l’assemblea generale dell’ AEVF (Associazione europea delle Vierancigene), la quale ha approvato la variante per Issogne. I viandanti che partono da Verrès e sono diretti a Pont-Saint-Martin (tappa 05 sul territorio italiano) possono ora scegliere la variante per Issogne. Il nuovo percorso ricalca quello passato e, all’uscita dal borgo di Verrès attraverso l’antico complesso delle Murasses, via Fleuran giunge al castello di Issogne, per poi attraversare la Dora e raggiungere Arnad. In sostanza si tratta dello stesso itinerario del Cammino Balteus. Dal 2023 Issogne è entrato ufficialmente a far parte dell’AEVF.

La Storia

Investito dell’importante incarico di arcivescovo di Canterbury e primate della chiesa inglese, nel 990 l’abate Sigerico si mise in cammino verso Roma, per ricevere la consacrazione direttamente dalle mani del pontefice. Al ritorno verso la terra di missione, il prelato compilò un diario dettagliato, in cui annotò tutte le tappe del viaggio, considerato l’itinerario ideale per chi nel passato, dal centro-nord Europa avesse voluto raggiungere il luogo venerato della sepoltura di Pietro, l’apostolo di Cristo e il primo papa della Chiesa. In questo contesto, Sigerico attraversò la Valle d’Aosta, da Pont-Saint-Martin al Gran San Bernardo, facendovi tre soste: a Publey (Montjovet), ad Aosta e a Saint-Rhémy. L’istituzionalizzazione del pellegrinaggio a Roma fatta da Bonifacio VIII aumentò notevolmente il flusso di viandanti lungo le strade di collegamento internazionale, anche se molti pellegrini non avevano aspettato la proclamazione del Giubileo per mettersi in cammino verso i luoghi santi della cristianità. Intorno all’anno 1300 la Valle d’Aosta disponeva infatti già da vari decenni, lungo i percorsi più trafficati, di strutture di accoglienza di pellegrini e indigenti, al colle del Gran San Bernardo, Etroubles (Fontintes), Gignod (La Cluse), Aosta (Marché Vaudan, Nabuisson, Rumeyran, S. Orso), Nus, Chambave, Châtillon o Saint-Vincent, Montjovet, Verrès, Bard, Donnas. Vari altri ospedali videro la luce nel XIV secolo e nei successivi, anche lungo la strada che da Aosta conduceva verso il Piccolo San Bernardo. A fianco del percorso principale della cosiddetta Via Francigena, chiamata dai francesi Route d’Italie, vi era una serie di percorsi alternativi, preferiti per motivi diversi dai viandanti (perché più esposti al sole nella fredda, o più ombreggiati nella stagione estiva, più sicuri per la presenza di villaggi o castelli, così via). Le strade di Issogne erano certamente percorse da “forestieri”. Lo testimoniano due importanti fontiartistiche: la gigantesca rappresentazione di san Cristoforo sulla facciata della medievale chiesetta di Saint-Solutor a Fleuran e il cosiddetto cabinet de coquilles nel castello di Issogne. Nel primo caso, la vista dell’immagine del Santo, secondo quanto scrive Jacopo da Varagine nella Legenda aurea, doveva proteggere pellegrini e viandanti dalla morte improvvisa nel loro percorso di fede lungo strade infestate da banditi e animali feroci (soprattutto lupi e orsi, presenti in massa nel Medioevo nei boschi di Issogne e Arnad).Relativamente al castello – nella cui cappella lo stesso san Cristoforo figura tra i santi rappresentati entrotondi – in prossimità di un ingresso secondario si trova un locale interamente decorato con conchiglie


Saint-Jacques”, che contraddistinguevano i pellegrini di Santiago de Compostela. E’ molto probabile che la stanza servisse da ricovero per i fedeli in viaggio che avessero chiesto ospitalità ai signori di Challant. Nella sala di giustizia, un grande affresco raffigura Gerusalemme, riconoscibile dalla cupola della grande moschea, dalle mura che la circondano e dalla vicinanza del Golgota su cui si vedono erette le tre croci menzionate nei racconti evangelici. Fu inoltre probabilmente un pellegrino affaticato a graffire sulla parete d’ingresso della stessa sala la seguente iscrizione, preceduta dal disegno un’ancora, simbolo a sua volta del viaggio a Gerusalemme: 1568. Adì 3 iunio arivai qua più morto di vivo.

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